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.: DA VEDERE
 Qui confluisce il corso della storia. L’interessante confronto tra epoche diverse appare come in una nostalgica foto del passato cui si sovrappone il brulichio della vita contemporanea. Dominata dal “Sedile” contraddistinto dalla compostezza e dall’eleganza dello stile rinascimentale. Attigua ad esso è la “Chiesetta di San Marco” dal caratteristico portale sormontato da un arco con leone. Al centro della Piazza è la “Colonna Romana” sulla cui sommità è collocata la “statua” bronzea del Santo patrono benedicente. Sporgendosi dal parapetto attiguo al sedile, è possibile ammirare una tra le più rilevanti testimonianze romane in tutta la Puglia: l’“Anfiteatro romano” di forma ellittica, con la parte non visibile interrata sotto la “Chiesa di Santa Maria della Grazia” che custodisce un meraviglioso affresco raffigurante la Vergine e il Bambino cui è intitolata la chiesa. Nei pressi, è la “Chiesa di San Giuseppe” dalla facciata, con porta centrale, di stile barocco, con l’artistico e grandioso portale, un bel rosone e dall’interno semplice con pilastri corinzi scanalati. NeL'anfiteatro Romano situato nella Piazza Sant'Oronzo. Ne resta l'arena, le gradinate inferiori e parte delle mura esterne. Costruito nel II sec. d.C., misurava ca 102m x 83m e riusciva a contenere oltre 25.000 spettatori.
 lle vicinanze la celebrativa “Fontana dell’Armonia” voluta negli anni venti per l’arrivo dell’acqua del Sele in città. I due innamorati, simbolo d’armonia, sono intenti a bere dalla stessa conghiglia. Antica residenza regale e difensiva, con la sua cinta muraria, il “Castello Carlo V” occupa un posto di assoluto rilievo tra le opere bastionate presenti nell’intero territorio pugliese. Oggi è sede fruibile d’iniziative culturali, spettacoli, eventi ed esposizioni temporane d’arte.
  Considerata l’emblema della città per bellezza, la “Basilica di Santa Croce” presenta innumerevoli simboli sulla facciata, un grido di vittoria del cattolicesimo sull’islam. Composta ed armoniosamente proporzionata, ma di forte impatto visivo per l’irrequieto apparato decorativo. Spicca il gran rosone centrale. Sobria la struttura interna che si rivela nella sua fastosa decorazione degli altari.
 Adiacente il “Palazzo Celestini”, antico convento, oggi sede dell’amministrazione provinciale e della prefettura, dalle raffinate finestre che evocano le grandi specchiere barocche. All’interno il cortile quadrangolare è delimitato da ventiquattro archi. Ingentilito da preziosi elementi decorativi è “Palazzo Loffredo-Adorno”, unico esempio dell’epoca cinquecentesca che presenta il bugnato liscio all’esterno. Alle spalle dell’ex convento sul viale XXV luglio, gli splendidi giardini comunali: la “Villa” dedicata a Giuseppe Garibaldi con i busti di uomini illustri della città. Lasciandosi alle spalle Santa Croce e compiendo un breve tratto di strada, si colgono affioramenti di una Lecce sepolta che suscitano interesse e curiosità. E’ il caso della “Piazzetta Sigismondo Castromediano” con al centro la statua del patriota; la “Chiesa del Gesù” d’impronta classica, semplice ed elegante nell’apparato decorativo che ospita all’interno pregevoli tele; il Palazzo di Città, detto “Palazzo Carafa”, attuale sede dell’amministrazione
Piazza Duomo
 Rappresenta uno squisito gioiello urbanistico ed una delle piazze più belle d’Europa. La disposizione sapiente degli edifici suggerisce l’idea di uno spazio fra privato e pubblico, tra chiuso e aperto segnata all’ingresso dai Propilei. Il complesso monumentale di Piazza Duomo crea un effetto scenografico sorprendente in particolar modo con la “Cattedrale della Madonna Assunta” che presenta una facciata principale, molto sobria, posta a sinistra ed una finta facciata in stile barocco collocata frontalmente alla Piazza. Nell’interno a croce latina si possono ammirare le grandi tele di O. Tiso, il soffitto a cassettoni dorati e sull’altare dell’Annunziata, l’incantevole presepe lapideo del cinquecento di G. Riccardi. Sul lato est della Piazza il caratteristico “Campanile” , opera di G. Zimbalo, alto più di settanta metri, visibile sulla scena urbana e territoriale, crea all’interno dello slargo un nuovo rapporto spaziale con la chiesa. Il fondale è reso suggestivo dal Palazzo Vescovile o “Episcopio” , d’epoca rinascimentale, sul cui arco della gradinata vi è un orologio opera di D. Panico, e dal “Palazzo del Seminario” caratteristico per la facciata decorata con bugnato e per lo splendido chiostro all’interno, impreziosito da un pozzetto barocco.
 Funzione di passaggio, perfettamente inserita nell’ambiente, distingue e caratterizza le situazioni all’interno e all’esterno di essa dove s’inanellano i viali del centro abitato. Coronata dalle statue del Patrono, di Sant’Irene e San Domenico, presenta sulle due coppie di colonne i busti che rappresentano i fondatori della città. Oltrepassato l’arco d’ingresso è la “Chiesa del Rosario” con un esterno di forte verticalismo e un interno a croce greca. Di particolare interesse è l’altare del presepe ed il pulpito in pietra leccese.Di fronte, “l’ex Ospedale dello Spirito Santo” dall’ austero prospetto per il modo in cui è suddiviso lo spazio e distribuiti i volumi.
 Una scenografia d’effetto è creata dal “Conservatorio di Sant’Anna” con la sua fuga di gradini nascosti che sembrano invitare a salire verso la quinta del fondo, verso la luminosità che indugia in cima alla scalinata. Oggi sede fruibile d’esposizioni, d’eventi e di centri di consulenza per iniziative imprenditoriali al femminile. Nel giardino retrostante il plurisecolare Figus Magnolioides con un imponente fogliame e radici.
 Procedendo verso il centro, si giunge alla “Chiesa di Santa Teresa” dalla facciata con colonne dai capitelli corinzi e dall’interno contraddistinto da altari ricchi d’intagli. Nelle vicinanze il “quartiere delle Giravolte”, di fondazione medioevale, con un labirinto di vie che si snoda tra piccole case e corti appartate.
 Anticamente Porta San Giusto, costituisce l’accesso più prestigioso della città. E’ un “Arco di Trionfo” in onore di Carlo V, di cui è visibile lo stemma sul frontone e un’incisione latina sull’architrave che ricorda le sue gesta. Prospicente all’arco, l’“Obelisco” a guglie piramidali, reca i simboli orientati delle province di Lecce, Gallipoli, Brindisi e Taranto facenti parte della Terra d’Otranto e lo stemma di un delfino che azzanna la mezzaluna, presente sui quattro lati. Di originale bellezza è il “Teatro Comunale Paisiello”, la “bomboniera” dei leccesi, tipico esempio di teatro all’italiana con una capienza di poco più di trecento posti, dal caratteristico soffitto ricco di raffigurazioni della tragedia e della commedia e dalla sobria facciata in stile neoclassico. Grandiosi ed incantevoli “palazzi” dalle notevoli facciate settecentesche si affacciano sull’elegante via Palmieri che conduce al Duomo e sulla “Piazzetta Falconieri” (vedi edilizia civile). Nei pressi di Porta Napoli, “Piazzetta Baglivi” con la “Chiesa delle Alcantarine” dal prospetto sobrio e dall’originale pavimentazione ottocentesca con mattoni smaltati. La “Chiesa di Sant’Angelo” incuriosisce per le superbe decorazioni del portale, animato da festosi angeli e per un dipinto di una Madonna in Gloria custodito all’interno. Risalgono all’età normanna, la “Chiesa di San Giovanni Evangelista” con le facciate monocuspidali e il campanile decorato con archetti cechi e il “Monastero delle Benedettine” che oggi accoglie le monache di clausura.
 Rispecchia i canoni dello stile bizantino, la “Chiesa Greca”, con l’archeggiato muro dell’iconostasi tempestato di pitture su legno, come le quattro tavole a fondo d’oro e le tre porticine dipinte con figure bizantine dietro l’altare.
 Oltre l’Obelisco, ubicata all’ingresso del cimitero monumentale la “Chiesa di San Niccolò e Cataldo” è contraddistinta dall’originario rosone, dal raffinato portale di gusto bizantino-islamico e dalla singolare cupola che poggia su uno slanciato tamburo ottagonale. All’interno sono visibili frammenti di affreschi con le storie dei santi.
 L’attiguo “Monastero degli Olivetani”, oggi sede della Facoltà di Beni Culturali, è interessante per il chiostro con le colonne binate, opera di Gabriele Riccardi e la vera del pozzo.
Piazza Santa Chiara
 Al centro dei giardini la “Statua di Vittorio Emanuele”, re d’Italia, guarda di fronte la settecentesca “Chiesa di Santa Chiara” , il cui interno di forma ottagonale, è arredato da numerose opere in cartapesta, una delle attività artigianali caratteristiche della città. Una delle due vie che s’aprono lungo i fianchi della Chiesa, via Arte della Cartapesta, conduce al “Teatro Romano” di età augustea, interamente scavato nel banco calcareo, meglio apprezzabile nella sua struttura e solennità se osservato dall’alto. Definita la “più romana” delle chiese perché ispirata al San Carlo alle Quattro Fontane del Borromini è la “Chiesa di San Matteo”, squisitamente barocca, poggiata su una gradinata. Con il suo innovativo rapporto spaziale ed i suoi schemi curvilinei è un trionfo di linee fuggenti verso l’azzurro, ma nello stesso tempo è legata alle costruzioni adiacenti: magnifici palazzi che si affacciano su via Federico d’Aragona e via dei Perrone fino a giungere a “Porta San Biagio”. Estrema porta meridionale della città sulla cui sommità è posta la statua del compatrono San Biagio, a guardia di chi non passa inosservato da quest’ingresso che fronteggia “Piazza d’Italia” con il “Monumento ai caduti in guerra” .
 Museo Provinciale Sigismondo Castromediano Attraverso l’esposizione di interessanti reperti archeologici è possibile approfondire la conoscenz del Salento fin dai tempi preistorici ed in particolare della dominazione messapica e romana.La pinacoteca accoglie dipinti che risalgono per la maggior parte ad un periodo compreso dal 1400 al 1700. Viale Gallipoli, 28 – tel. 0832-683503 Ingresso gratuito, orario visite tutti i giorni, escluso la domenica pomeriggio 9-13,30 - 14,30 – 19,30
 Museo del Teatro Romano Annesso al teatro, il museo è stato allestito dalla Fondazione Memmo, in un’aula del prestigioso palazzo del seicento appartenuto alla famiglia Romano. L’esposizione ruota intorno al tema del teatro ed alla ricostruzione visiva dell’ampia area urbana di Lecce nel periodo dell’età imperiale. Via degli Ammirati tel. 0832-279196 Ingresso a pagamento, con visita guidata a richiesta. Orario di apertura: dal lunedì al sabato dalle 9,30 alle 13, Il pomeriggio solo su prenotazione. E mail: museodelteatroromano@libero.it
 Museo Diocesano d’Arte Sacra di Lecce Piazza Duomo, palazzo dell’Antico Seminario Tel Ufficio Beni Culturali 0832 - 244764 (attivo il lunedì, mercoledì e venerdì dalle 9 alle 12) Orario di visita: 9,30 - 12,00 – dalle 16,30 alle 18,30- d’inverno chiuso la domenica ed aperto solo nei giorni festivi; in ’estate è aperto anche la domenica con orario prolungato in serata. Ingresso a pagamento, con riduzioni per gruppi organizzati, anziani, bambini. € 1,00 per la visita limitata al piano terra (chiostro, cappella, sale della galleria d’arte sacra contemporanea) € 4,00 (per la visita da effettuare anche al museo diocesano, che espone arredi sacri, argenti, dipinti.
 Museo Missionario Cinese e di Storia Naturale Oltre alla cultura dell’antica Cina, le sale ospitano una interessante collezione faunistica terrrestre e marina, una raccolta di fossili e minerali e un erbario. Via Monte San Michele 4 -0832-314101-455008- fax 0832-455010 Visite su prenotazione.
 Pinacoteca d’Arte Francescana La collezione, ospitata all’interno del Palazzo Fulgenzio (XVI secolo) comprende un centinaio circa di dipinti di notevole interesse artistico, riferiti ai secoli dal sedicesimo al diciannovesimo, di scuola di Luca Giordano e del Solimena. I dipinti appartenevano ai conventi francescani pugliesi. via Imperatore Adriano 79 – tel.- 0832-455009 - 0832-455010
La Gastronomia
 Come ogni  cucina, anche quella della città e del Salento  è l’elaborazione dei modelli alimentari  dei primi colonizzatori  e rappresenta un chiaro esempio di dieta mediterranea.  Il piatto che identifica la città è denominato “ciceri e tria”: le lagane, ricordate da Orazio, mescolate ai ceci,  condita con  l’olio di oliva che qui nel Salento ha un sapore intenso, insaporite con pezzi di pasta fritta. Tra le altre specialità che si possono gustare a Lecce vale la pena di ricordare i famosi rustici, dei vol-au-vent al forno con mozzarella, pomodoro e besciamella. Anche in epoca romana si consumavano molte mele cotogne a purea ed è rinomata oggi la tradizionale “cotognata  leccese”, marmellata di melecotogne, tanto compatta da essere presentata a pezzi. Prelibatezze  si incontrano tra i dolci. Tipico della città è il “pasticciotto”, fagottini di pasta frolla ripieni di crema – e la sua  variante  il “fruttone”, con un ripieno di pasta di madorla, perata o cotognata). Ed i dolci di pasta di mandorla sono irrestibili e a Pasqua questa pasta prende la forma di agnello  o di pesce  a Natale.